Tachipirina© e Covid-19: facciamo attenzione all’abuso del medicinale. Intervista a Stefano Montanari
Salute e Benessere Naturali
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In tempi da Covid-19, l'uso del paracetamolo segna una rinnovata spinta in fatto di consumi farmacologici. La Tachipirina©, che del paracetamolo è sicuramente il prodotto più conosciuto, resta ben presente negli armadietti casalinghi e ancora di più lo è nei consigli dei medici.
Redazione Web Macro
Gli interrogativi, quindi, su di esso restano e quanto hanno scritto Stefano Montanari e Antonietta Gatti in materia è (e resterà) estremamente attuale. Già in un'intervista precedente abbiamo, con Stefano Montanari, affrontato alcuni aspetti dell'uso e spesso abuso della Tachipirina©.
Ci ritorniamo sopra anche alla luce di quanto sta avvenendo con l'influenza da Covid-19.
La Tachipirina©/paracetamolo rientra nel protocollo anti-Covid, cosa ne pensa?
Come tutti i farmaci, il paracetamolo ha effetti collaterali e va usato esclusivamente quando si ha una ragionevole certezza che il pro superi ampiamente il contro.
Il Covid è un virus con grandi capacità di trasmettersi da individuo a individuo, ma questo non significa che la sua presenza in un organismo comporti conseguenze perniciose. Di fatto, noi ospitiamo numerosissimi virus nel nostro organismo senza che questo ci disturbi in alcun modo. Ciò che accade nella soverchiante maggioranza dei casi è che chi ospita quel virus che tanto preoccupa non se ne rende neppure conto, essendo la condizione del tutto priva di qualunque sintomo.
Come per qualunque influenza, anche qui possono esistere casi in cui sintomi patologici si manifestano e la temperatura corporea in rialzo diventa poco tollerabile. È allora che il ricorso al paracetamolo ha significato.
Va, comunque, sempre ricordato che l'aumento di temperatura è la prima, e forse più efficace, forma di difesa di cui noi disponiamo verso le malattie infettive, e prima di annullarla è opportuno pensarci due volte.
Un aspetto di questo farmaco non messo troppo in luce è quanto c'è scritto nel cosiddetto "bugiardino"; cosa, invece, secondo lei, va chiarito in tal senso?
Il primo avvertimento che si legge aprendo un bugiardino è di leggere tutto con attenzione. Il produttore dichiara, almeno per quanto è al corrente, le incompatibilità con altri farmaci e, a volte, addirittura con certi alimenti.
Dichiara pure gli effetti collaterali che sono stati denunciati a seguito dell'assunzione di quel farmaco, e non è affatto vero che lo faccia “per mettere avanti le mani” come, in modo un po' goffo, si sente dire. Molto semplicemente si tratta di fatti avvenuti e registrati, tanto che il bugiardino viene periodicamente aggiornato con il sopraggiungere di nuove segnalazioni.
Importantissima, poi, è l'avvertenza di non assumere il prodotto quando si conosca uno stato di allergia o si sospetti che una reazione di quel tipo possa accadere per averla subita assumendo farmaci in qualche modo analoghi.
Malauguratamente, troppo spesso i medici non informano i loro pazienti della necessità di leggere quello scritto la cui presenza è legalmente obbligatoria e di attenersi a quanto riportato, e accade pure che nemmeno loro lo abbiano mai consultato.
Nel vostro libro mettete in evidenza che il paracetamolo è presente in molti altri farmaci, oltre che nella Tachipirina©. Cosa comporta questo?
Accade anche con il paracetamolo, ma non è raro che lo stesso principio attivo sia presente in più farmaci e quei farmaci abbiano nomi commerciali diversi o anche modi differenti di somministrazione. Quindi, può accadere che il paziente assuma più di un medicinale, magari prescritti da medici diversi che non sanno uno dell'altro, e introduca nel suo organismo quantità esagerate di quella particolare molecola. Come è ovvio, questo porta a situazioni di sovradosaggio da cui può conseguire una situazione di vero e proprio avvelenamento. Dopotutto, il nome stesso di farmaco ha origine dal greco antico e significa tanto medicinale quanto veleno.
Insomma, con i farmaci non si scherza e il loro uso è giustificato solo quando davvero non se ne possa fare a meno. La sola difesa efficace contro il loro abuso di cui disponiamo è l'informazione, e questa deve essere del tutto libera da qualunque forma d'interesse da parte di chi la fornisce. Con i farmaci, purtroppo, non è sempre così. Quindi, meglio prevenire criticamente facendosi per quanto possibile una cultura.