Paura: come superarla e vincere l'ansia
Spiritualità e Sciamanesimo
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Vi è mai capitato di vivere un momento particolarmente felice e non riuscire a gustarlo pienamente a fondo per paura? Paura che quel momento finirà, di non ottenere ciò di cui abbiamo bisogno, di perdere gli affetti, le cose a cui teniamo, di morire. Anche se non ce ne rendiamo conto, la paura influisce molto sulla nostra vita: spesso abbiamo paura di cose concrete, altre volte di cose che non possiamo controllare o che non sono nemmeno reali. Abbiamo paura, paura, paura!
Romina Rossi
Vi è mai capitato di vivere un momento particolarmente felice e non riuscire a gustarlo pienamente a fondo per paura? Paura che quel momento finirà, di non ottenere ciò di cui abbiamo bisogno, di perdere gli affetti, le cose a cui teniamo, di morire.
Anche se non ce ne rendiamo conto, la paura influisce molto sulla nostra vita: spesso abbiamo paura di cose concrete, altre volte di cose che non possiamo controllare o che non sono nemmeno reali. Abbiamo paura, paura, paura!
E quando questa scomoda compagna di viaggio ci assale, facendoci precipitare nell’ansia e nello stress, non troviamo di meglio che ignorarla, negarla con un bel “non voglio pensarci adesso”. Così facendo però non ci siamo affatto liberati dalla paura, l’abbiamo solo nascosta in qualche angolo della mente, ma sarà pronta a rispuntare fuori non appena ne avrà l’occasione.
Eppure la paura può diventare una risorsa, basta solo saperla riconoscere e cercare l’origine delle sue profonde radici.
L’origine della paura
Da dove viene la paura? Forse può sembrare strano, ma nasce con noi. Dentro all’utero infatti, quando ancora siamo esseri minuscoli, uniti al cordone di nostra mamma, viviamo forse il periodo più bello della nostra esistenza: siamo protetti, amati e al sicuro.
Tutto cambia quando veniamo al mondo: siamo spinti a forza in un ambiente nuovo, dove sperimentiamo freddo, fame, dolore. È in questo momento che nasce la paura originaria, causata dalla precarietà della vita stessa e dalla consapevolezza che, per sopravvivere dovevamo affidarci completamente agli adulti.
Crescendo questa paura rimane in noi: inconsciamente continuiamo a temere di non riuscire a sopravvivere e che nessuno si prenderà cura di noi. Per esempio, il nostro desiderio di avere un partner è in parte la continuazione del desiderio che qualcuno si prenda cura di noi.
È il nostro bambino interiore, che continua a vivere dentro di noi, a manifestare la paura di essere abbandonato o di non essere autosufficiente. Ecco perché non abbiamo il coraggio di guardare in faccia le nostre paure e di affrontarle: perché il bambino interiore, di cui troppo spesso ci prendiamo poca cura, è ancora ferito e indifeso.
La prima cosa da fare per liberarsi dalla paura è riprendere contatto con il nostro bambino interiore, confortarlo e fargli capire che ora non siamo più il bambino indifeso di un tempo. Quindi non c’è più motivo di avere paura. Parlare spesso al nostro bambino interiore, ripetendogli che non c’è più nulla di cui avere paura, lo aiuterà a guarire le ferite dell’infanzia che sono ancora vive in lui. E a guarire noi, rendendoci più forti, senza il bisogno di aggrapparci alle cose o alle persone per sentirci sicuri o protetti.
Non guardare al passato, non pensare al futuro
Vivere nel momento presente, nel qui ed ora, con la consapevolezza o la presenza mentale è un buon modo per vincere la paura e vivere senza ansia. Invece capita che riviviamo o continuiamo a pensare a cose e situazioni che in passato ci hanno fatto soffrire. Rivivere il film di quanto è successo non fa che riportare a galla la sofferenza. Il passato è passato: è inutile continuare a tornare indietro, a farne la nostra casa, continuando a soffrire.
Oppure viviamo proiettati nel futuro e in progetti ancora da realizzare: ne siamo talmente ossessionati da esserne assorbiti, tanto da non avere più né il tempo né le forze per vivere l’oggi. Siamo convinti che la felicità sia possibile solo nel futuro, quindi ci indugiamo con la mente, e andiamo alla ricerca delle condizioni “giuste”, che ancora non abbiamo, per essere felici. Allo stesso tempo però abbiamo paura di ciò che il futuro può portarci, di possibili perdite che potrebbero verificarsi.
Sospesi fra passato e futuro non pensiamo al presente, che così diventa il tempo della nostra vita in cui ci piace meno vivere. Ancorati alla paura creiamo un circolo vizioso: frustrati per ciò che non abbiamo, trasformiamo la paura in rabbia e diamo il peggio di noi, prendendocela con le cose o le persone che pensiamo siano le cause dei nostri mali. In questo modo dentro di noi divampano le fiamme ardenti della rabbia e del dolore, senza renderci conto che siamo noi i primi a bruciarci. Eppure c’è un modo semplice per spegnere queste fiamme: con il radicamento nel presente e la consapevolezza.
Vivere il presente
“Si può vivere felici solo nel momento presente. È l’unico che abbiamo”. Dovremmo ricordarci sempre di queste parole di Buddha: è nel presente che abbiamo la possibilità di osservare la nostra paura, affrontarla e trasformarla. È qui che germoglia la non-paura, che è la base della vera felicità.
Grazie alla non-paura smetteremo di rincorrere l’oggetto del nostro desiderio o di rivedere i film del passato, che alimentano entrambi la paura. Allora saremo in pace con il corpo e la mente: le preoccupazioni non ci assilleranno più e saremo liberi.
Come ci si radica nel presente? Con la consapevolezza – quella straordinaria energia che ci permette di accorgerci di ciò che accade nel presente nel nostro corpo, nelle emozioni, nelle percezioni e nel mondo – la meditazione o la mindfulness, che nutrono la nostra gioia e la felicità.
La consapevolezza e la comunicazione che portano alla felicità
Possiamo ottenere tanto se sappiamo utilizzare bene consapevolezza e comunicazione: la prima ci aiuta a vedere il cielo azzurro al di là della tempesta. È questa qualità che riesce a schiarire le nuvole della rabbia, della violenza o della paura. Se siamo consapevoli che la tempesta passerà, riusciamo a non cadere nella disperazione e a non essere vittime della paura, perché saremo radicati nel presente.
Anche la comunicazione ha un grande potere: crea sicurezza intorno a noi. Quando è ben utilizzata, una buona comunicazione ci aiuta a creare un’atmosfera di pace e compassione. Chi abbiamo di fronte lo percepisce e contribuirà, dal suo canto, abbattendo le barriere della paura. La buona comunicazione contribuisce a eliminare le percezioni sbagliate, che sono alla base della paura, dell’odio e della violenza. E avremo la felicità a portata di mano!