Malintesi e paradossi su energia e cambiamenti climatici
Autosufficienza, Autoproduzione e Vita Naturale
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La prossima Conferenza mondiale sul clima, la Cop 22, si terrà a Marrakesh a novembre 2016. Andrea Degl’Innocenti, di Italia Che Cambia, ci spiega la situazione attuale in questo articolo.
Italia Che Cambia
A novembre a Marrakesh va in scena l’ennesimo capitolo della tragicomica lotta dei governi mondiali ai cambiamenti climatici, che fa seguito all’appuntamento di Parigi dello scorso anno. Benvenuti alla Cop22.
Perché tragicomica? Perché nonostante i media di tutto il mondo abbiamo gridato al miracolo lo scorso anno quando si è giunti ad un accordo sul filo di lana fra le nazioni presenti, e nonostante Cina e Stati Uniti abbiano da poco ratificato l’accordo di Parigi, gli sforzi messi in atto livello mondiale sono ancora di gran lunga insufficienti.
Un po' come voler respingere un asteroide con una racchetta da tennis.
Non per voler sminuire l’importanza anche simbolica del fatto che, ad esempio, le due superpotenze superinquinanti mondiali abbiano ratificato contemporaneamente l’accordo di Parigi a nemmeno un anno dalla sua nascita. Tuttavia se questo è il ritmo dei nostri progressi sul tema si rischia di arrivare ad una Cop 120 balneare sotto il sole cocente della Norvegia.
I cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici sono già attorno a noi, ce ne accorgiamo dalla spaventosa frequenza dei fenomeni metereologici estremi come le bombe d’acqua. La temperatura media mondiale è già salita di circa un grado rispetto all’epoca preindustriale e ormai molti climatologi sono concordi sulla quasi impossibilità di mantenerli “ben al di sotto dei 2 gradi centigradi”, sforzandosi di fermarsi a +1,5° come invece previsto da Parigi.
È evidente che la soluzione alla crisi energetica e climatica che stiamo attraversando non arriverà magicamente dall’alto e che l’impegno comune dal basso è fondamentale. Tuttavia quando parliamo di tematiche complesse come queste è facile cadere in falsi ragionamenti e comportamenti poco efficaci o persino controproducenti. Dunque approfittiamo dell’arrivo della nuova conferenza per far luce su alcuni aspetti meno noti e sfatare dei falsi miti, prendendo spunto dalle analisi condotte in questi anni dal network delle Transition Town.
Il paradosso di Jevons
“Una nuova tecnologia ci salverà!”, tendiamo a pensare. Il progresso delle energie rinnovabili, la raccolta differenziata, macchinari favolosi che ripuliscono gli oceani o purificano l’aria che respiriamo, gli sviluppi della geoingegneria e tanto altro ancora ci daranno gli strumenti necessari per risolvere tutti i nostri problemi. Questo ragionamento si basa sulla convinzione irrazionale che si possa continuare a condurre lo stesso stile di vita attuale semplicemente sostituendo alcuni “tasselli” del meccanismo che abbiamo scoperto essere dannosi con altri meno impattanti.
In realtà è dal lontano 1865 che è stato dimostrata la fallacia dui questa equazione. Il cosiddetto paradosso di Jevons, dal nome dell’economista l’ha scoperto, ci mette infatti di fronte ad una realtà completamente opposta. I miglioramenti tecnologici che aumentano l'efficienza di una risorsa spesso tendono a fare aumentare il consumo di quella risorsa, anziché diminuirlo. Il paradosso ha una spiegazione molto semplice, ma per nulla immediata. Una tecnologia più efficiente tende a diventare automaticamente più accessibile nei prezzi e quindi a diffondersi molto di più. È così che, ad esempio, il consumo di carbone in Inghilterra crebbe dopo che James Watt introdusse il motore a vapore, che aveva un'efficienza maggiore del motore di Thomas Newcomen. Oppure che, più recentemente, a fronte di una forte diminuzione dei consumi dei singoli elettrodomestici i loro consumi complessivi sono costantemente aumentati negli anni, per via di una sempre più ampia diffusione.
ERoEI ed energia grigia
Altri due concetti interessanti quando si parla di energia sono l’ERoEI e l’energia grigia. ERoEI è un acronimo che sta per Energy Return on Energy Investment, e serve a stabilire quanto è conveniente la produzione di un certo tipo di energia.
Funziona così: per estrarre energia serve energia; pensiamo al petrolio e alla necessità di costruire e montare una trivella, al trasporto, agli impianti di combustione, ecc. Oppure al costo energetico della costruzione di un’enorme centrale nucleare, o di un pannello solare o di una turbina eolica. Dunque è necessario investire un certo quantitativo di energia per ricavarne un altro. Il rapporto fra queste due misure determina l’ERoEI di una fonte energetica. Ad esempio il petrolio dei primi tempi era così facile da estrarre che il rapporto era di 100 a 1 (per ogni barile investito se ne ricavavano 100), mentre il petrolio attuale ha un ERoEI compreso fra il 5 e il 15 e quello estratto dalle sabbie bituminose è attorno ad 1 e a volte addirittura inferiore (quindi si consuma più energia di quanta se ne può ricavare!). L'eolico al livello di sviluppo attuale ha un ERoEI che si aggira attorno a 17, il fotovoltaico attorno al 9: livelli discreti ma che non permettono in alcun modo di mantenere gli standard di consumo energetico attuali.
Per energia grigia invece si intende il quantitativo di energia “racchiuso” dentro a ciascun oggetto o attività. Si tratta dell’energia necessaria a progettare, produrre e trasportare un prodotto, o realizzare un’attività. Perché è importante tenere in considerazione l’energia grigia di un prodotto? Perché spesso tendiamo a pensare che la soluzione migliore sia acquistare sempre nuovi oggetti spinti dal fatto che, magari, consumano meno e quindi sono più ecologici, senza riflettere che la loro stessa realizzazione è costata una quantità di energia difficilmente ammortizzabile nella vita del prodotto. Se dobbiamo comprare una macchina nuova, un’auto elettrica è sicuramente meglio di una a benzina. Ma se rottamiamo una macchina funzionante per una nuova elettrica pensando di fare una buona cosa per l’ambiente stiamo sbagliando qualcosa, visto che per produrre quella macchina è stata usata una quantità di petriolo difficile da ammortizzare se non in molti anni.
Quindi cosa devo fare?
Quanto scritto finora non significa che le energie rinnovabili siano controproducenti, né che sia meglio non fare niente e lasciare tutto com’è. Tutt’altro! Le energie rinnovabili sono la fonte energetica del futuro e sicuramente dovendo scegliere meglio installare una luce a led che una lampadina ad alto consumo. Piuttosto è importante capire che ogni tecnologia, ogni soluzione va applicata nei contesti e nella misura in cui ha senso. E che è impensabile cambiare rotta senza rimettere in discussione profondamente la società in cui viviamo e gli stili di vita che conduciamo.
Come ci alimentiamo, come spendiamo i nostri soldi, cosa compriamo e soprattutto quanto compriamo, ma anche (inaspettatamente) come costruiamo le nostre relazioni, il tipo di approccio che adottiamo per sviluppare i nostri progetti e le nostre analisi hanno un impatto determinante sui risultati che otteniamo in termini di cambiamento complessivo del sistema in cui operiamo. E il “cosa” facciamo, sempre stando alle principali analisi dei sistemi complessi, è una diretta conseguenza del “come”, delle modalità e degli strumenti che si utilizzano.
Andrea Degl’Innocenti di Italia che Cambia e autore del libro Islanda Chiama Italia - Storia di un paese che è uscito dalla crisi rifiutando il debito.
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