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Ashtanga Yoga: come affrontare le pratiche yoga che ci sembrano più impegnative?

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Ashtanga Yoga: come affrontare le pratiche yoga che ci sembrano più impegnative?

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Ashtanga Yoga: come affrontare le pratiche yoga che ci sembrano più impegnative?
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L'ashtanga yoga sta prendendo sempre più piede, anche da noi, grazie sopratuttto per i video e le immagini che circolano, molto potenti e belle. L'ashtanga è infatti un tipo di yoga molto dinamico e con posizioni che a primo impatto possono sembrare davvero molto complicate.

Ma anche gli yogi di ashtanga più esperti sono partiti dalle basi. Che è quello che ci proponiamo di fare anche in questo articolo. Scopri come facilitare le posizioni di ashtanga yoga per partire da un livello più facile e avvicinabile da tutti.


Redazione Le Vie del Dharma

Anche se non sei un appassionato di yoga particolarmente attento e informato sulle diverse scuole e tradizioni in cui si articola questa antica disciplina, probabilmente avrai sentito parlare prima o poi di uno stile chiamato Ashtanga Yoga - persino nelle riviste di costume e lifestyle, dato che negli ultimi anni questo stile di yoga ha conosciuto una popolarità crescente, anche (e forse purtroppo) per la potenza delle foto e dei video che ne mostrano la pratica e i praticanti: posizioni yoga dinamiche e spesso molto impegnative, eseguite da uomini e donne con fisici atletici e flessuosi.

Può sembrare una pratica lontana e inaccessibile per chi è alle prime armi, oppure non più giovane, leggero e flessibile. Ma è davvero così? O forse, come abbiamo già scritto tante volte, tutto lo yoga è uno e tutto lo yoga è per tutti?

È un tema affascinante, su cui potremmo scrivere per pagine e pagine! Per amore della sintesi, diremo che lo yoga pone sempre una sfida, indipendentemente dallo stile che scegliamo di praticare, perché ci porta sempre a riflettere sui nostri limiti, a migliorare la nostra capacità di ascolto e attenzione, e a intraprendere un viaggio alla scoperta del nostro essere più vero. Ma è anche una sfida “per tutti”, perché ci fa misurare non con un modello esterno di successo o perfezione, ma con qualcosa di più profondo che riguarda solo noi stessi, perfettamente commisurato al nostro Sé.

Quindi anche l’Ashtanga Yoga, che ha alle spalle una tradizione molto rigorosa, quasi ascetica, può essere accessibile a tutti? Sì, se è affrontato con il giusto spirito e conoscendo bene non solo la tecnica, ma anche lo spirito di questa disciplina.

Dare un’introduzione accessibile e completa all’Ashtanga Yoga è uno degli obiettivi che muove l’insegnante e autrice Kino MacGregor nel suo lavoro di divulgazione dello yoga, sia con i suoi libri che con i video che distribuisce online e su DVD.

MacGregor non è un’insegnante qualunque, ma una dei pochi insegnanti di yoga occidentali che hanno potuto apprendere direttamente dal maestro Pattabhi Jois, colui che ha codificato e insegnato l’Ashtanga Yoga contribuendo a diffonderlo nel mondo. Guardare Kino eseguire con naturalezza le impegnative serie di asana dell’Ashtanga Yoga che fluiscono una nell’altra è affascinante, ma al contempo può scoraggiare.

Tuttavia l’autrice non manca mai di ricordare e sottolineare come lo yoga non sia affatto l’esecuzione “perfetta” ma fine a se stessa di un esercizio fisico, bensì un processo molto profondo di ricerca spirituale e di trasformazione. Non solo, nelle pagine del suo libro Il Potere dell’Ashtanga Yoga, da poco uscito anche in Italia, MacGregor racconta spesso e in dettaglio le difficoltà che lei stessa ha incontrato avvicinandosi allo yoga, pur essendo all’epoca una sportiva molto in forma, molto competitiva e, inevitabilmente… piuttosto rigida, sia nel corpo che nella mente.

Se la tradizione dell’Ashtanga Yoga ti affascina e se questo stile risuona con te, dunque, avvicinati a questa pratica senza timore, ma in modo rispettoso del suo lignaggio: con la guida di un insegnante qualificato, formato in una scuola riconosciuta e che conosca bene non solo l’esecuzione fisica delle serie dell’Ashtanga Yoga, ma anche i principi filosofici alla base di questa tradizione. Oppure, anche praticando individualmente, ma assicurandoti di farlo com l’aiuto di libri o video di qualità, “inattaccabili” per completezza e competenza come Il Potere dell’Ashtanga Yoga di Kino MacGregor.

Puoi farcela! Proprio dal libro di MacGregor abbiamo tratto 10 consigli per incoraggiarti nell’intraprendere un nuovo percorso nella pratica dello yoga.

1. Sentiti ispirato a fare del tuo meglio e ricorda che tutti, anche gli insegnanti di yoga e i praticanti che ti sembrano molto avanzati, sono stati principianti

Anzi, mantenere uno “spirito da principiante” è il segreto per restare ricettivi agli insegnamenti, per continuare a imparare e migliorarsi sempre.

MacGregor descrive così la prima lezione di yoga della sua vita:

Se avete già dato un’occhiata alle figure o avete avuto occasione di guardare alcuni DVD in cui io mostro i vari livelli di Ashtanga Yoga, potreste avere la sensazione che non sarete mai in grado di eseguire quelle posizioni. Avrei potuto dire anch’io la stessa cosa quando ho iniziato. Ma spero che vi sentirete ispirati a fare del vostro meglio, ricordando che tutti gli insegnanti yoga e i praticanti di livello avanzato sono stati un tempo dei principianti. […]

Pensando di essere relativamente in buona forma nonostante le lesioni alle mie caviglie, pensavo che ce l’avrei fatta. Poco sapevo di quanto debole, rigida e scoordinata fossi fino a quando cercai di seguire quella lezione! Fin dall’inizio, tentando il mio primo Saluto al Sole, caddi sulla pancia durante l’esecuzione delle posizioni con spinta verso l’alto e annaspavo come un pesce fuor d’acqua. Non potevo staccare il mio corpo pesante da terra, fermare la mia mente, respirare liberamente, toccare le dita dei piedi piegandomi in avanti da una posizione in piedi, o eseguire uno qualsiasi dei movimenti che l’insegnante faceva sembrare così semplici.

2. Il fine dello yoga non è eseguire un’asana perfetta, ma ricercare uno stato di pace ed equilibrio interiore

La forma fisica e le posture, anche se utili lungo il cammino, non sono lo scopo finale. È semplicemente di nessuna importanza se i muscoli delle cosce sono allungati o se il corpo è ben tonificato, se non siamo una bella persona. All’opposto, una persona che pratica lo yoga a livello base, ma mantiene una sincera devozione a un modo di vivere compassionevole e pacifico, è forse uno yogi davvero completo.

Quando alcuni studenti pieni di eccitazione portavano delle foto di contorsionisti o di altre persone estremamente flessibili da mostrare a Jois e a suo nipote Sharath, Jois osservava l’immagine a lungo e profondamente. Poi le sue sopracciglia aggrottate si distendevano e diceva: «Quello non è yoga. Quelli sono solo piegamenti. Yoga significa auto-conoscenza».

 

 

3. Concediti tempo e procedi per gradi

Soprattutto se pratichi da solo, non cedere alla tentazione di “correre” in avanti ed eseguire posizioni avanzate che ti sembrano più interessanti, tralasciando di prepararti studiando bene le asana di base.

La Prima Serie dell’Ashtanga Yoga è lunga e complessa, ma è -appunto- graduale: inizia con il Saluto al Sole e fare anche “solo” quello cinque o sei volte con regolarità è già una pratica completa.

Krishnamacharya descriveva lo yoga come il processo mediante il quale l’impossibile diventa possibile e il possibile, nel corso di un lungo tempo, diventa facile. Il punto in cui molti praticanti cadono fuori strada è quando cercano di passare direttamente dall’impossibile al facile.

 

 

4. Pratica con regolarità

La tradizione dell’Ashtanga Yoga prevede che si faccia yoga per 6 giorni alla settimana. È un requisito che può sembrare molto rigido, ma in effetti praticare quotidianamente yoga, anche per poco tempo, fa davvero la differenza per sviluppare la determinazione e per fissare i benefici della pratica.

Anche qui, possiamo andare per gradi, seguendo le parole di Kino.

"Seguire una pratica sei giorni la settimana è spesso difficile per i nuovi allievi, perciò io di solito consiglio di iniziare con tre giorni. Una volta stabilito questo livello di regolarità, si potrà aggiungere un giorno ogni sei mesi fino a raggiungere il totale di sei giorni la settimana. Perché vi sia la transizione da un approccio allo yoga di tipo ginnico ad uno di tipo devozionale, è necessario praticare costantemente e con regolarità".

5. Ascolta il tuo corpo e rispetta i tuoi limiti

Accetta i tuoi limiti, non solo quelli fisici, ma anche quelli mentali ed emotivi. Non si può fare in fretta il viaggio interiore, e una delle più grandi lezioni dello yoga è la pazienza e l’accettazione.

Se in qualsiasi momento vi sentite in uno stato di grande disagio, rilassatevi e rallentate un poco, sapendo che avete un’eternità per imparare esattamente ciò che dovete imparare.

6. Ascolta il dolore

Sii gentile con il tuo corpo e, se un normale indolenzimento dei muscoli non deve spaventarti, fai attenzione alle tue articolazioni.

La naturale risposta umana al dolore è la paura, la fuga, la negazione, eppure lo yoga usa il dolore come un metodo per risvegliarsi. Il dolore fisico nello yoga è spesso sperimentato come bruciore o tremore e può essere accettato, mentre il dolore delle articolazioni è un maestro differente e quando lo sperimentate dovreste ritirarvi.

Imparando ad accettare certi dolori all’interno dello spazio sicuro fornito dallo yoga, si impara a creare una pausa tra lo stimolo doloroso e la risposta nel vostro corpo e nella vostra mente che vorrebbe farvi fuggire. In questa potente pausa, sarete in grado di scegliere il corso delle vostre azioni invece di venire spinti da schemi di reazione che derivano dal passato.

7. Praticare yoga è credere in se stessi

Praticare richiede fiducia in noi stessi e praticare ci rende più sicuri di noi stessi: è un circolo virtuoso!

“La pratica dello yoga è la decisione di credere in voi stessi nonostante tutte le probabilità avverse. […] Prima di cominciare a praticare yoga io non credevo in me stessa, né avevo alcun modo reale per misurare il successo o il fallimento. Giudicavo me stessa sulla base dei risultati esterni e mi sentivo frustrata quando non potevo ottenere velocemente quello che pensavo di volere.

Dopo aver iniziato a praticare, ho incominciato a capire che ero io la padrona del mio destino e che erano i miei pensieri a creare davvero la mia esperienza della realtà. Essi definivano la mia pratica quotidiana di yoga come anche la mia vita. Prima di poter raggiungere qualsiasi livello di risultato positivo, dovetti imparare a credere in me stessa.

Nessuna quantità di sforzi produrrà il risultato desiderato se non affrontiamo le nostre ferme e radicate convinzioni riguardo al nostro senso di quanto valiamo. La barriera tra noi e i nostri sogni è costituita quasi sempre più da una mancanza di fiducia in noi stessi che da qualunque altra cosa.”

8. Poniti in uno spirito ottimista e felice, non essere disfattista!

Se entriamo nel mondo dello yoga con una attitudine disfattista, non faremo altro che sperimentare più e più sconfitte. Se entriamo invece con una disposizione felice, godremo ancora di maggiore felicità.

Se vi avvicinate alla pratica con la prospettiva di ottenere l’asana perfetta, prima o dopo fallirete. Persino la persona più forte e più flessibile, un giorno o l’altro si farà male o invecchierà. I momenti in cui ci sembra di fallire sono spesso quelli in cui lo yoga ha veramente luogo. Lo yoga ci chiede di entrare in un luogo dentro di noi che ha fede nei risultati che non sono immediatamente evidenti.

9. Se non riesci a eseguire una posizione che per te è particolarmente difficile, non farti problemi a farne una versione semplificata

Allenati eseguendo posizioni preparatorie o intermedie: il tuo insegnante saprà mostrarti le varianti adatte a te e troverai indicazioni chiare su come modificare un’asana “critica” anche sul libro di Kino MacGregor.

10. Vuoi un esempio pratico? Chaturanga Dandasana

Chaturanga Dandasana è una posizione di transizione che si esegue molto spesso nel flusso della Prima Serie dell’Ashtanga Yoga e all’inizio può porre qualche difficoltà, in particolare a chi non si sente molto forte nelle spalle e nelle braccia. Nell’estratto del libro che puoi scaricare qui, trovi la descrizione dettagliata che Kino MacGregor dà di questa posizione e di come i muscoli di tutto il corpo contribuiscano alla sua esecuzione.

SCARICA L'ESTRATTO OMAGGIO DI ASHTANGA YOGA

 

Naturalmente ci sono anche i consigli per avvicinarsi gradualmente alla posizione:

“Se siete un principiante e non riuscite a mantenere un buon allineamento nella posizione completa, rimanete nella semplice Posizione dell’Asse (o plank). Seguite le stesse istruzioni come per chaturanga dandasana ma tenete le braccia dritte. Potete entrare direttamente da qui in Urdhva Mukha Svanasana (cane a testa in giù) o tentare la posizione completa di Chaturanga Dandasana dopo aver perfezionato il vostro allineamento con questo movimento preparatorio.”

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