Questo è il terzo e ultimo volume di una trilogia che descrive il ruolo dei socialisti d'impresa americani, altrimenti noti come l'élite finanziaria di Wall Street o l'establishment liberale orientale, in tre importanti eventi storici del ventesimo secolo: la rivoluzione Lenin-Trotsky del 1917 in Russia, l'elezione di Franklin D. Roosevelt negli Stati Uniti nel 1933 e la presa di potere del 1933 da parte di Adolf Hitler in Germania. Ognuno di questi eventi ha introdotto una variante del socialismo in un paese importante - cioè il socialismo bolscevico in Russia, il socialismo New Deal negli Stati Uniti e il nazionalsocialismo in Germania. Le storie accademiche contemporanee, con forse la sola eccezione di "Tragedia e speranza" di Carroll Quigley, ignorano questa evidenza. D'altra parte, è comprensibile che le università e gli organismi di ricerca, che dipendono dagli aiuti finanziari di fondazioni controllate da questa stessa élite finanziaria newyorkese, difficilmente vorrebbero sostenere e pubblicare ricerche su questi aspetti della politica internazionale. Il più coraggioso dei fiduciari difficilmente morderà la mano che alimenta la sua organizzazione. E' anche eminentemente chiaro dall'evidenza di questa trilogia che "uomini d'affari dallo spirito pubblico" non si recano a Washington come lobbisti e amministratori per servire gli Stati Uniti. Sono a Washington per servire i propri interessi di massimizzazione del profitto. Il loro scopo non è quello di promuovere un'economia competitiva e di libero mercato, ma di manipolare un regime politicizzato, chiamatelo come volete, a loro vantaggio. E' la manipolazione commerciale dell'ascesa al potere di Hitler nel marzo del 1933 il tema di "Wall Street e l'ascesa di Hitler".